Il cavallo arabo è il solo che abbia mantenuto inalterato nel tempo la purezza del sangue originale e la tipicità. La tipicità è data da quell’insieme di caratteristiche morfologiche che lo rendono immediatamente distinguibile da qualsiasi altro cavallo
photo: Patrizia Martinelli
E' piccolo in altezza, lo standard è 145-155 cm al garrese, ma oggi sono selezionati e riconosciuti soggetti anche più alti, la testa è piccola, la fronte è larga con una leggera bombatura tra gli occhi che sono neri e grandi, le orecchie piccole mobilissime ricurve al centro, le narici ampie che si dilatano enormemente, il collo arcuato, la groppa dritta ampia, gli arti asciutti sottili, ma forti, la coda portata alta, a bandiera.
Dalla fine del XIX secolo il cavallo Arabo, grazie alla grande passione di personaggi come Blunt, Davenport, Babson ed altri ha iniziato la sua avventura fuori dai suoi territori tradizionalmente abitati e lo ritroviamo in Europa, America e poi conosciuto e allevato in tutto il mondo. Ogni anno, in Germania, ad Aachen, molti Stati scendono in campo con i loro migliori soggetti nella famosa Coppa delle Nazioni.
Ma quando e dove inizia la storia del Cavallo Arabo?
Dobbiamo tornare molto indietro nel tempo, e certezze assolute non ce ne sono, ma è oggi comunemente accettato che i famosi cavalli dei Beduini provenissero dai cavalli presenti intorno al 1800 a. c nelle regioni oggi coincidenti con la Siria, Giordania, Iraq e Iran.
da: Il Cavallo Arabo - F.B. Klynstra |
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Più tardi, intorno al 1550 a.c compaiono anche in Egitto, vicino Tebe venne ritrovata la mummia di cavallo che sotto le bende aveva una sella primitiva; era una giovane femmina di 5 o 6 anni che misurava circa 127 cm al garrese e aveva la tipica testa del cavallo arabo le vertebre erano 18 toraciche, 5 lombari e 14 caudali ….probabilmente questo cavallo può essere considerato uno degli antenati del cavallo arabo.
Nella Penisola Arabica il cavallo iniziò a svilupparsi molto più tardi, tra il secondo e sesto secolo, importato dalle regioni vicine dai Beduini nei loro continui spostamenti. Il cavallo si impose sul cammello perché era robusto, veloce e rapido nei movimenti, ma la vita fu molto dura per questi animali, le condizioni di vita del deserto erano ben diverse dai territori fertili del Tigri e dell’Eufrate e i cavalli molto difficilmente riuscivano a sopravvivere , però quelli che che la facevano erano i più forti e siccome pochi e reinrociati tra di loro divennero fortissimi.
I poeti arabi così li descrivevano “ La testa è piccola e l’incollatura è lunga, il dorso e la groppa sono dritti, il corpo è snello, gli arti eleganti e forti, i piedi ben fatti e piccoli, la coda lunga e bella, il pelo del mantello corto e fine, sono veloci e rapidi nei movimenti.
La storia del cavallo arabo non può prescindere dalla nascita e diffusione dell’Islam e quindi da Maometto. Questi in seguito alle sue predicazioni venne perseguitato e costretto a fuggire a Jatrib, ribattezzata Medina, dove si unì ai bellicosi Beduini che recepirono prontamente la nuova religione e con i quali si guadagnò da vivere assaltando le ricche carovane che andavano avanti e indietro dalla Mecca. Durante queste scorribande Maometto ebbe modo di apprezzare le qualità dei loro cavalli veloci e infaticabili e galvanizzato dal successo intraprese una serie di guerre contro le vicine tribù beduine pagane. Il numero dei cavalieri del deserto aumentò sempre di più e con la conquista dell’arabia centrale, il Nejd, l’esercito divenne numerosissimo e potentissimo in gran parte grazie alla qualità dei propri cavalli. Preservare le qualità di questi cavalli divenne quindi un obbligo imperante del devoto mussulmano "… colui che è in grado di assolvere ai propri doveri religiosi, deve mantenere un cavallo Asil per la gloria di Dio e tutti i suoi peccati gli saranno perdonati.....nessuno spirito del male entrerà nella tenda dove c’è un cavallo Asil…..colui il quale ha allevato un cavallo Asil per la guerra Santa si salverà dalle fiamme nel giorno della Resurrezione.”
Questo fanatismo per la purezza della razza legato alla religione e appoggiato anche dalla poesia araba divenne parte integrante di quella cultura, così era nel VII secolo.
Per mantenere la purezza della razza solo nobili fattrici, distintesi in battaglia per coraggio resistenza e velocità, potevano essere coperte da nobili stalloni di sangue puro. Agendo così si venivano a creare soggetti Asil, cioè di sangue puro, che esistessero o meno registrazioni delle genealogie. Per centinaia di anni, infatti, i Beduini sono stati in grado di conoscere e riferire le genealogie dei loro cavalli; e dal momento che le fattrici erano sempre coperte davanti a testimoni arabi che assistevano anche alla nascita del puledro , mai questi avrebbero testimoniato il falso perché secondo il loro credo tutti i familiari sarebbero stati sterminati.
La leggenda narra che cinque furono le fattrici capostipiti delle famiglie Siglawi, Khoelian, Hamdani, Abeyyan e Dahmani che furono scelte direttamente dal Profeta. Si racconta che questi, al termine di una battaglia, tenne un centinaio di cavalle rinchiuse in un recinto per diversi giorni senza abbeverarle, quando finalmente vennero aperti i recinti le cavalle si precipitarono al galoppo verso il corso d’acqua li vicino, ma Maometto ordinò di suonare l’adunata, a quel richiamo solo cinque femmine si staccarono immediatamente dal branco e galopparono fino al luogo dell’adunata senza aver bevuto neanche una goccia d’acqua, obbedendo al richiamo del profeta. Costui posando la mano sulle loro criniere le battezzò, da queste cinque femmine, le AL KHAMSA, ebbero origine tutti gli arabi puri, ASIL.
Anne Pioia: L'appel du Prophete - www.chevauxetmerveilles.com |
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Alla fine del 1700 alcuni viaggiatori Europei come Lady Anne Blunt , Carl Raswan e altri documentarono e condivisero la vita dei Beduini e raccontarono dei loro cavalli. L’ambiente condizionava e dominava la vita degli uomini , le loro abitudini e la loro cultura, così era anche per i cavalli e in conseguenza di ciò si selezionarono due tipi di cavallo del deserto, uno più piccolo molto rifinito, originario del sud della Penisola arabica, il Nejd. Questo cavallo adattato alla frugalità, capace di sopravvivere in condizioni di caldo estremo e di notti invernali molto fredde, era di ossatura fine e quasi ascetico nell’aspetto, ma di una bellezza e un tipo squisito.
Arabo del Sud |
Arabo del Nord |
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Al contrario nel nord della Penisola, l’ambiente era più favorevole, il cibo e l’acqua più abbondante, i cavalli dei Beduini erano più alti, atletici più forti . La reputazione dei cavalli del Nejd era ben nota: lo Sceicco Al Khalifa. quando passò dalla Penisola araba ad occupare le isole Bahrain portò con sé un gruppo selezionato di cavalli arabi del deserto. Questi separati dal resto del continente vennero facilmente allevati secondo gli antichi metodi dei Beduini.
Il Sultano Mohammed Alì , che regnò in Egitto nella prima metà dell’800, acquistò per prezzi esorbitanti dai principi delle varie tribù Beduine soggetti arabi di primissima qualità , alla sua morte il figlio Abbas Pascià ereditò i preziosissimi cavalli e ne aumentò il numero grazie alla sua grande passione e conoscenza. Alla sua morte molti cavalli vennero venduti all’Estero ma un certo numero rimase in Egitto dove Alì Pasha Sherif li allevò con passione e successo, ma alla sua morte il branco fu messo all’asta. Lady Anne Blunt e suo marito, viaggiatori assidui nel deserto alla ricerca dell’antico cavallo dei Beduini, importarono soggetti Asil di alta qualità provenienti dallo stock di Alì Pasha Sherif e fondarono Crabbet Park in Inghilterra e più tardi Sheykh Obeyd al Cairo. La maggior parte dei cavalli comunque rimase in Egitto divisa fra Famiglie reali, titolate o ricche che nel 1912 fondarono la Royal Agricoltural Society con lo scopo di assistere gli allevatori locali nella produzione dei migliori cavalli, essi selezionarono soggetti provenienti dall’originale gruppo di Abbas Pasha, dalla Siria, dalla Penisola Arabica e poi da Crabbet Park. Questi cavalli andarono a costituire lo stock dell’allevamento di Stato conosciuto come El Zahara.
EL ZAHARA - Photo: P.Martinelli |
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Con l’avvento della seconda guerra mondiale l’interesse per il cavallo arabo subì una forte flessione e solo pochi esemplari sopravvissero ma al termine della guerra si ebbe nuovo fervore, prime fra tutte le nazioni la Germania con l’allevamento di Stato di Marbach , Michalow e Janow Podlasky in Polonia, Tersk in Russia, Babolna in Ungheria, Jeres de la Frontera in Spagna. Furono importati cavalli oltre che dal deserto, dal famoso e altamente qualitativo allevamento Crabbett Park in inghilterrra, dove i Blunt avevano raccolto cavalli di sangue preziosissimo. Ciascuno degli allevamenti perseguì il proprio criterio allevatoriale, si selezionarono così varie linee di cavallo arabo: linee russe, polacche, spagnole, crabbet, ma tutti con il comune intento di preservare la purezza del sangue, ottenendo soggetti di elevata qualità che ancora oggi ritroviamo negli show ring di tutto il mondo.
Nel 1888 l’importazione dello stallone Leopard, dalle scuderie del sultano della Turchia, e due fattrici e due stalloni dall’inghilterra dette inizio al primo vero programma allevatoriale negli Stati Uniti.
da: www.wiwfarm.com |
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Le importazioni si successero negli anni seguenti dalla Inghilterra e dall’Egitto, una di rilievo fu quella di Davenport nel 1906 e la costituzione della Davenport Arabians e della Arabian Horse Association che portò alla pubblicazione del primo stud book. Nel 1920 Kellogg ed altri importarono altri cavalli da Crabbet Park, dall’Egitto e direttamente dal deserto. Nella seconda metà degli anni 50 furono fatte importazioni massive da Crabbet Park, dalla Germania, Russia, Polonia e Spagna. Si selezionò la linea Domestic che equivale a dire un cavallo arabo forte potente con attitudine in varie discipline agonistiche.
Menzione a parte meritano i cavalli Arabi di linea Egiziana che sono allevati in varie parti del mondo con l’intento di preservare nel tempo il cavallo arabo originario, quello allevato dai Beduini senza mescolamento di cavalli arabi di altre linee di sangue. A cominciare dai primi anni '50 grandi allevatori come Babson e poi Donald e Judith Forbis, Marshall, Bentwood in America, l’allevamento di Stato di Babolna in Ungheria, Dr. Nagel in Germania ed altri ricercarono e allevarono soggetti provenienti direttamente dall’antico stock di Abbas Pasha, producendo, con notevole successo, soggetti che sono entrati nella storia del cavallo arabo egiziano.
Già da qualche anno è iniziato un nuovo esodo del cavallo arabo, dai vari paesi dell'Occidente di nuovo verso le terre di Origine dove Principi e Sceicchi dopo aver acquistato i migliori soggetti hanno fondato allevamenti che stanno producendo frutti preziosi.